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L’assetto amministrativo per la prevenzione della crisi

Pubblicato il 15 novembre 2022

Francesco Aliprandi, Studio Acciaro & Associati s.t.p.

Come noto, l’art. 2086, comma 2 del Codice civile ha istituito in capo all’imprenditore il dovere di dotarsi di assetti organizzativi, amministrativi e contabili adeguati alla natura e alla dimensione dell’impresa anche al fine di intercettare tempestivamente segnali di crisi e la perdita della continuità aziendale.

Viene richiesto pertanto all’imprenditore di approcciare uno stile di direzione aziendale c.d. “anticipatorio”, in cui la gestione non è immediatamente ed esclusivamente focalizzata sul fare, bensì sul pensare poiché, prima di intraprendere qualunque azione di rilievo, si ritiene necessario riflettere sul dove portare l’azienda, ovvero sugli obiettivi di carattere strategico che si intendono raggiungere. In seguito, occorre definire un obiettivo verso il quale trainare l’organizzazione nel medio-lungo periodo e, da quel momento, tutte le azioni e le risorse dovranno essere finalizzate al suo raggiungimento.

In quest’ottica l’assetto amministrativo può essere sintetizzato negli strumenti e/o sistemi di pianificazione e controllo e alle procedure per il loro utilizzo, che permettono ex ante di disporre di indicatori indispensabili a comprendere la prevedibile evoluzione della situazione aziendale, le variabili rilevanti e le leve a disposizione del management, nonché di monitorare ex post, anche sulla base degli elementi forniti dal sottosistema contabile, gli scostamenti tra previsioni e risultati consuntivati. Sulla base di ciò, l’assetto amministrativo può essere definito come il sistema di disposizioni, procedure e prassi operative adottate dall’impresa che consentono di verificare la sussistenza delle condizioni di equilibrio del sistema aziendale mediante il confronto sistematico fra gli obiettivi perseguiti e i risultati raggiunti, con particolare riguardo:

  • agli obiettivi strategici di medio-lungo periodo;
  • agli obiettivi operativi, volti a garantire l’efficacia e l’efficienza delle attività operative aziendali;
  • agli obiettivi di reporting, volti a garantire la rilevanza, la chiarezza, precisione, la tempestività e l’affidabilità dei flussi informativi a supporto della gestione aziendale.

I sistemi di pianificazione e controllo, che costituiscono il fulcro di un assetto amministrativo, forniscono un contributo fondamentale ai fini di una efficiente ed efficace gestione aziendale. Inoltre, consentono al management di analizzare la performance, valutare in maniera accurata il contributo alla stessa da parte delle figure chiave a cui è affidata la responsabilità delle aree dell’organizzazione e incrementare l’efficacia e la tempestività del processo decisionale. Tali sistemi consentono all’impresa di avere una visione del futuro, e non solo perché volti a programmare la gestione e controllare il raggiungimento degli obiettivi, ma anche perché sono fondati sulla strategia, ossia su quell’insieme di decisioni mediante il quale l’azienda si pone degli obiettivi e formalizza percorsi per raggiungerli. Un siffatto assetto amministrativo consente, dunque, di assumere le decisioni non più “a intuito”, bensì attraverso un processo razionale e strutturato.

L’implementazione di un efficiente sistema di pianificazione, programmazione e controllo permette dunque all’impresa di intercettare gli indizi di crisi prima che si innescano processi di indebolimento degli equilibri economico-finanziari proprio come richiesto dal novellato art. 2086 del Codice civile. L’efficacia di tale sistema passa attraverso l’integrazione delle seguenti componenti:

  • un’analisi accurata della realtà aziendale, per la rilevazione dei possibili profili di criticità nella struttura dei costi o dei ricavi, nonché nell’organizzazione interna ed esterna;
  • una pianificazione che permetta lo sviluppo della strategia complessiva dell’impresa, attraverso la predisposizione di adeguati piani aziendali;
  • una programmazione che permetta una gestione efficiente dei fattori produttivi, con l’ausilio di accurati sistemi di budgeting;
  • un costante monitoraggio dell’equilibrio finanziario, con l’utilizzo del budget di cassa;
  • un’analisi sistematica degli scostamenti, affiancata dalla valutazione delle azioni di intervento più opportune.

L’imprenditore deve quindi assumere consapevolezza dell’importanza del controllo di gestione e, più in generale, della pianificazione aziendale al fine di definire con chiarezza la strategia aziendale e le azioni necessarie per porla in essere, nonché valutare criticamente l’effettivo andamento della gestione, in modo da individuare i punti di debolezza ed eventuali azioni di miglioramento da intraprendere, per evitare l’emersione di situazioni di squilibrio che, se non affrontate tempestivamente, possono portare a crisi conclamate e, nelle peggiori ipotesi, all’insolvenza.

Ai fini dell’adozione di questo processo è pertanto necessario l’implementazione di un efficiente controllo di gestione che:

  • partendo dalla conoscenza approfondita della realtà aziendale, dell’andamento del mercato e dei competitors, identifichi le strategie di sviluppo e consenta la predisposizione dei conseguenti budget a breve termine e piani industriali (business plan) a medio termine;
  • sia affiancato da un sistema di costante monitoraggio dei risultati e dell’andamento aziendale;
  • permetta di intraprendere tutti gli interventi migliorativi o correttivi necessari per il raggiungimento dell’equilibrio economico, finanziario e patrimoniale.

In conclusione, l’adozione di adeguati assetti amministrativi coincide con l’implementazione di tecniche gestionali che consentano di accrescere la governabilità dei fattori di rischio, interni ed esterni all’azienda, e quindi di acquisire informazioni rilevanti ai fini quantitativi e qualitativi, per la prevenzione di situazioni di criticità.

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